Uscito nel 1999 e sviluppato da Mucky Foot Productions (pubblicato da Eidos Interactive), Urban Chaos è uno di quei giochi che chi c’era ricorda bene… e chi non c’era dovrebbe recuperare.
Un action in terza persona che mescolava combattimenti, pattugliamenti, missioni urbane, guidabilità dei veicoli e una protagonista femminile forte in un’epoca in cui tutto questo era tutt’altro che scontato.
Urban Chaos era davvero avanti per il suo tempo, tanto da anticipare elementi che avremmo rivisto solo anni dopo in titoli open world più famosi.
Un proto–open world prima che gli open world diventassero moda
Sebbene non fosse un open world completo, Urban Chaos offriva un livello di libertà sorprendente per il 1999.
Le aree cittadine erano semi-aperte, piene di civili, criminali, incendi, incidenti, gang e imprevisti.
Il giocatore poteva:
- combattere corpo a corpo con combo e prese
- usare armi da fuoco
- guidare la pattuglia
- intervenire in eventi dinamici
- arrestare sospetti
- affrontare missioni parallele
- esplorare zone della città con atmosfere molto diverse
Per l’epoca, era qualcosa di incredibilmente fresco.
🎮 Gameplay: duro, sporco e sorprendentemente moderno
Vestiamo i panni di D’arci Stern, una recluta delle forze speciali rapida, agile e forte, con animazioni incredibilmente fluide per gli standard del 1999.
Alternandosi a D’arci, in alcune missioni si controllava anche Roper, più pesante e votato allo scontro fisico.
Il gameplay era un mix di:
- arti marziali e prese
- sparatorie
- arresti
- pattugliamenti
- sezioni a bordo della pattuglia
- missioni urbane con obiettivi multipli
Il tutto confezionato dentro una città che, pur nei limiti dell’epoca, sembrava davvero viva.
I nostri ricordi con Urban Chaos
Per noi Urban Chaos è stato il primo vero gioco capace di farci sentire poliziotti in pattuglia, con una libertà che oggi ricorda da vicino l’esperienza offerta da LSPDFR su GTA V.
Avevamo la nostra pattuglia, giravamo nelle strade, intervenivamo sugli incidenti, arrestavamo criminali, proteggevamo i civili, affrontavamo bande… e, per gli standard del 1999, tutto questo era semplicemente straordinario.
Anche la grafica, per l’epoca, ci appariva incredibile: luci, colori, atmosfera urbana — ogni elemento contribuiva a un senso di immersione raro.
Nonostante i limiti tecnici, abbiamo trascorso pomeriggi interi su Urban Chaos, e spesso lo ricominciavamo da capo senza mai annoiarci.
Urban Chaos è uno di quei giochi che ti restano dentro.
Non solo per ciò che ti permette di fare… ma per come ti fa sentire mentre lo vivi.
D’arci Stern: un’eroina sottovalutata
D’arci è una delle protagoniste più interessanti dell’epoca:
- atletica
- carismatica
- veloce
- credibile
- lontana dagli stereotipi dell’epoca
La sua presenza contribuiva enormemente al fascino del gioco.
Difetti (di ieri e di oggi)
Ovviamente il gioco non era perfetto:
- controlli rigidi
- telecamera poco precisa
- difficoltà talvolta punitiva
- missioni ripetitive
Ma parliamo pur sempre di un titolo del 1999 che tentava di fare cose che nessun altro provava.
Perché merita l’OldButGold
Urban Chaos è OldButGold perché:
- ha anticipato concetti open world anni prima che diventassero mainstream
- offriva vera libertà d’azione
- permetteva arresti, pattuglia, missioni urbane
- aveva una protagonista memorabile
- era tecnicamente sorprendente per il suo tempo
- ha influenzato generi successivi senza ricevere il giusto merito
È un titolo che andrebbe ricordato molto più di quanto succeda oggi.
Innovativo, divertente, invecchiato ma ancora affascinante.



